Il Global Pride avvenuto tra il 27 e il 28 giugno, in simultanea globale per via del covid-19, ha concluso dignitosamente il mese dell’orgoglio gay.
In un articolo precedente abbiamo spiegato come mai proprio giugno venga riconosciuto internazionalmente come Pride Month.
Ma capiamo adesso perché nel 2020, a distanza di mezzo secolo dai moti di Stonewall, sia ancora importante lottare per i diritti civili.
Per semplificare all’ennesima potenza il concetto, potremmo dire che i diritti civili non sono tali, in quanto sono garantiti solo a una parte di società (la più numerosa), mentre un’altra parte della società (la minoranza) viene continuamente ignorata o, purtroppo in troppi paesi del mondo, criminalizzata.
Uno dei nemici più potenti della lotta per i diritti della comunità LGBT+ è il benaltrismo: “ma vi sembra il caso di fare queste carnevalate quando ci sono problemi ben più gravi?”. Beh, che dire di questo tipo di affermazioni?
Partendo dal presupposto che organizzare parate, eventi, conferenze e campagne di sensibilizzazione, non esclude il fatto che si possa allo stesso tempo parlare di altri problemi, ma in base a quale scala di valori la discrimazione sarebbe da considerare un problema meno grave rispetto agli altri?
Le democrazie occidentali si basano su principi come la libertà, l’uguaglianza e il rispetto reciproco. Negare anche solo uno di questi principi a una fetta della società rende la democrazia nulla.
Altra arma sfoderata dagli omofobi, spesso inconsapevolmente, è il perbenismo: “non ho niente contro i gay, anzi ho tanti amici così, ma..”. C’è quasi sempre un “ma” (“ma però” per i più furbi).
Questo è il tipo di persona che ti vuole bene, ma se devi fare il gay lo devi fare in casa tua. O che non critica gli altri per “lo stile di vita scelto” e non ti colpevolizza se “sei nato diverso”.
I perbenisti sono ipocriti, non vogliono ammettere che in realtà provano fastidio nei confronti degli omosessuali, perciò fingono di essere aperti mentalmente quando in realtà sono più chiusi della scatola di Schrödinger. Potremmo quasi dire che i perbenisti siano allo stesso tempo omofobi e gay friendly fino a prova contraria.
Ma parliamo di quando perbenismo e benaltrismo si incontrano: “facile fare il gay pride a Milano, perché non andate nei paesi arabi a farlo”.
Nel senso che Milano è una città che accetta le minoranze, e non vi è la possibilità che qualche manifestante ne esca ferito, mentre nei paesi arabi ne potresti uscire senza testa.
Da una parte si sminuisce l’importanza del gay pride e dall’altra si finge interesse per la lotta per i diritti dei gay in un’altra parte del mondo, messa peggio.
Inutile ripetere che si può pensare a più problemi contemporaneamente, sarebbe piuttosto da rimarcare che anche in quei paesi ci sono attivisti che tutti i giorni lottano per i diritti delle minoranze, rischiando anche la vita, perciò non è chiaro come associazioni e organizzazioni in Italia, per esempio, debbano mettere più impegno all’estero quando nel nostro paese fa discutere anche solo una proposta di legge contro l’omo/bi/transfobia (nonostante ci siano organizzazioni che operano a livello internazionale).
Infine, c’è chi fa della lotta per i diritti civili una questione politica: non puoi essere di destra se sostieni la comunità LGBT+ e, viceversa, non puoi essere di sinistra se non la sostieni.
Finché ci sono istituzioni pubbliche e/o politiche che si rifiutano di appoggiare questa lotta, anche solo permettendo di mostrare negli spazi delle amministrazioni pubbliche una misera bandiera arcobaleno, fregandosene di cosa una fazione politica possa o meno pensare o dire a riguardo, possiamo affermare che il gay pride abbia ancora più senso di esistere.
Per dare il nostro contributo durante il mese dell’orgoglio gay, in quanto associazione che fa dell’integrazione un valore fondamentale, abbiamo colorato il nostro feed di Instagram con la bandiera a sei colori, a ognuno dei quali è stato assegnato un orientamento sessuale o un’identità di genere, spiegandone le caratteristiche e sfatandone i miti e i pregiudizi.
Perché quando gli omofobi preferiscono vedere il mondo in bianco e nero, il gay pride ne cattura ogni singola sfumatura, senza escludere nessuno.
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A presto!